
Intervista a Francesco Agostinis:”Linkedin come valida alternativa per trovare clienti”
Oggi per “Face to Face” intervistiamo Francesco Agostinis. Co-Founder di Loop, noto esperto di Facebook Ads, gestisce la community Marketers di Dario Vignali ed tra l’altro un talentuoso troll della prima ora. Con Francesco ci focalizzeremo soprattutto su Linkedin, piattaforma sulla quale ha effettuato numerosi test ed ottenuto interessanti risultati negli ultimi 2 anni. Il social acquisito da Microsoft può essere utile per il personal brandig di imprenditori grandi e piccoli? Quali sono i vantaggi rispetto a Facebook? E quali gli svantaggi? Come trasformare chi segue i tuoi aggiornamenti in cliente e cosa pubblicare?
A queste e a molte altre domande, troverete risposta nell’intervista che segue.
Linkedin per il personal branding per gli imprenditori. Come iniziare e…come proseguire
Prima di tutto, a mio avviso, la cosa fondamentale è cominciare a guardare cosa ti succede intorno. In particolare, come e cosa comunicano quelli che hanno più audience di te. Poi, non parlare solo dei temi che ti interessano ed appassionano, ma anche (forse in particolare) di quello che interessa al tuo pubblico, osservando i trend nascenti ed i trend morenti.
Se si vogliono avere risultati sul serio soddisfacenti, però, bisogna diventare dei veri e propri creator, che non riprendono semplicemente i post ed i trend lanciati da altri, ma sono in grado di aggiungere qualcosa di proprio ed originale, ergo un valore che al contempo li posizioni bene e li contraddistingua dalla massa di “condivisori compulsivi”.
Usando questo approccio, si riesce ad avere un certo numero di post, con buon engagement medio.
Poi, quando si “aggancia” un prospect, occorre prima di tutto essere pronti a fornire altro valore gratuitamente, senza preoccuparsi subito dell’aspetto commerciale.
Senza ansie da conversione immediata e totale dei contatti che arrivano, insomma.
Ma quindi siamo un po’ schiavi dei trend topic?
Secondo me non è proprio (banalmente) così e ti spiego il perché. Prendi i podcast: a novembre/dicembre dell’anno scorso tutti dovevano fare podcast, perché c’è stato un picco di vendite di Google Home, Alexa ecc e quindi si prevedeva grande fruizione dei contenuti audio. Tutti ne parlavano, ovunque. Sono passati 7-8 mesi e quanti podcast sono attivi ancora oggi? Quanti hanno avuto e mantenuto un certo successo di pubblico, portando risultati apprezzabili?
Qualcuno ci è riuscito, ma la maggior parte si sono spenti poco dopo essere nati (male). Idem con Tik Tok adesso o Snapchat qualche anno fa. Tutti ne parlano, pochi sanno cosa stanno dicendo e come poter sfruttare il trand.
Quindi non basta limitarsi a seguire i trend. Occorre anche reinventare, proporre qualcosa che sia in linea con le proprie attitudini e competenze?
Sì, esatto e aggiungo: non bisogna certo parlare di tutto; di qualsiasi cosa che stia generando una qualche forma di interesse collettivo. Bisogna comunque sempre valutare bene e studiare approfonditamente i vari temi, decidendo se vale la pena parlarne o meno. Se ha senso seguire il flusso di quel momento e nel caso immaginare come farlo al meglio, senza scimmiottare ma offrendo comunque un taglio personale e quindi originale ai contenuti postati.
Quali sono i contenuti che ottengono maggiore interazione su Linkedin?
L’algoritmo premia la costanza e la regolarità del posting, prima di tutto.
Quindi meglio posti, più sei visto e più cresce la tua visibilità.
E questo l’ho imparato a mie spese, nel senso che inizialmente pubblicavo solo dei post connessi a temi che interessavano a me. Però…quei temi interessavano relativamente alla mia audience principale. Chi mi segue, voleva e vuole infatti un altro tipo di contenuti, più pragmatici e pratici. Così ho modificato il tipo di post ed ho iniziato a pubblicare ciò che gli utenti volevano: guide, consigli, suggerimenti, documenti step by step con strategie precise da poter riutilizzare ecc.
Il salto definitivo però l’ho fatto quando ho cercato trend che interessavano ed avevano grande diffusione a livello internazionale, ancora più ampio e generale. Ecco: questo tipo di contenuto virale funzionerà sempre (non è schiavo del tempo) o comunque molto spesso, sfruttando una sorta di social proof perpetua e capace di rinnovarsi anche nel corso degli anni. Un certo tipo di contenuti globalmente appetibili, ti serve per allargare l’audience ed avere maggiore visibilità generale.
Quindi stai parlando di alternare contenuti di nicchia a contenuti virali per polarizzare sempre più l’attenzione di audience diverse? Cioè: pesca a strascico alternata a pesca a legering?
Esattamente, proprio così. E poi aggiungo: ciò che condividi deve ovviamente generare reazioni e prese di posizione, ma di qualità. Ovvero fare in modo che la gente si esprima chiaramente su quel tema, magari anche dibattendo animatamente con te ed altri utenti. Insomma: il tuo contenuto non deve avere un effetto neutrale sulle persone che lo leggono, ma scatenare un sentimento, magari anche non positivo o comunque di contrasto. L’importante è non lasciare chi legge indifferente.
Quindi gli haters dobbiamo benedirli, da un certo punto di vista?
Certo, l’unica cosa è che bisogna stare attenti alla tipologia di hater, diciamo alla loro composizione qualitativa, per capire se stiamo effettivamente solo provocando e guadagnandoci una pessima reputazione, oppure se stiamo utilizzando contenuti e toni un po’ controversi per generare comunque valore intorno alla nostra persona, offrendo alle persone degli strumenti utili ed interessanti. Questo perché ci sono ad esempio gli odiatori generalizzati, che detestano tutto e tutti e che criticano tutto e tutti. Stuzzicare questi individui ed utilizzarli (come fai anche tu, del resto) per aumentare la reach va bene. Ma farsi detestare da molto un po’ a caso direi proprio che non è una buona strategia. La polemica sterile non fa mai ben figurare chi la lancia e/o la alimenta. Diventa un mero scontro tra chi ha l’ego più grosso e ti aiuta certo a posizionarti bene, anzi.
Quali sono le differenze fondamentali tra Linkendin e Facebook? Io cosa ritieni l’uno superiore dell’altro e viceversa?
Linkedin al momento è sicuramente meglio nella fase di content delivery, quindi di interaziona media potenziale per ciò che pubblichi. Fondamentalmente potremmo dire che è un po’ come un Facebook di 10 anni fa. Si trova quindi in una fase diversa, con una sua linearità che lo rende più semplice e diretto nell’arrivare alle persone. Per capirci: su Linkedin cazzeggi molto poco e di solito la tua soglia dell’attenzione è più alta. Certo, questo significa anche che le persone dedicano molto meno tempo a questo social e quindi è più difficile guadagnare quei pochi minuti giornalieri dedicati alla piattaforma, catturando la loro attenzione.
Facebook invece è molto meglio dal punto di vista delle conversazioni: per gruppi e chat messenger, funziona molto meglio: meno bug, più rapidità, ricerca e sviluppo sempre al passo e continue migliorie ed aggiornamenti.
Il problema con Facebook è ciò che lì le persone fanno. Perché su Facebook trovi praticamente di tutto e quindi è più difficile fare scrematura ed ordine. Vero che le persone ci passano molto più tempo, ma lo fanno prima di tutto per intrattenersi ed hanno una soglia dell’attenzione media molto. Cioè c’è molto più “rumore”; più utenti, ma anche molta più gente che vuole raggiungere quegli utenti.
Linkedin ads. Utilizzato? Come lo trovi?
Sì, anche se non così tanto da poter dare un giudizio definitivo. Penso che noi forse, almeno per il momento, lo abbandoneremo. Ma è un discorso che vale per noi, perché mi pare sia un po’ inadatto agli obiettivi di business che hanno i nostri clienti attuali. Ho infatti avuto la sensazione, ovviamente del tutto personale, che non sia particolarmente adatto alla lead generation. O meglio, è adatto anche alla lead generation, ma in una fase alta del funnel, ovvero con contatti più freddi, da gestire poi successivamente con un follow-up umano. O almeno è ciò che ho verificato per il settore B2C.
Ma in ottica di brand per aziende B2B è invece molto utile, anche se servono budget abbastanza alti e forse più lavoro di nutrimento e gestione dei contatti che arrivano, rispetto ad altre piattaforme. Però, su Linkedin, se come detto hai un buon budget a disposizione, ottieni visibilità finalizzata e mirata e puoi magari lavorare bene. Non ho però abbastanza campagne gestiste in questo caso per avere un’opinione sensata..
In cosa pensi debba ancora migliorare e crescere Linkedin? (bug, limiti gestionali ecc)
Penso che debba avvicinarsi di più alle persone, cogliendo quei trend che interessano alle persone e che dalle persone sono utilizzati. Per esempio: I video live. Facebook ha subito colto il trend e lo ha sfruttato, addirittura distruggendo di fatto chi era arrivato prima (invece di sviluppare roba di dubbia utilità come le reaction). Su Linkedin stanno arrivando adesso, ma non ovunque.
Come ti vedi tra 10 anni?
Il mio obiettivo è prima di tutto quello di raggiungere un maggior equilibrio, senza farmi mangiare dal mio ego o meglio, dalle mie ambizioni. Premesso che io dico sempre “non lavoro, perché faccio ciò che mi piace”, vorrei comunque diminuire questa necessità di essere così visibile online (che è, anche se non sembra, una droga). E’ un percorso che ho già cominciato e che ogni giorno porto avanti con dedizione e successo. Sono solo all’inizio, ma intendo proseguire con decisione lungo questa strada perchè ne vedo già i risultati.
In ogni caso, se vuoi, tra 10 anni ci risentiamo per un’altra interivista!