
Come scrivere titoli SEO-friendly e magnetici
- Indice dei contenuti
- Scrivere titoli SEO friendly in grado di attirare l'interesse di chi legge
- Titoli SEO-friendly: 5 idee per ispirarti
Riuscire a coniugare la capacità di attrarre il click dell’utente posizionando al contempo è una delle sfide maggiori che si presenta a un professionista e l’esperienza derivante dalla pratica è in questo caso quanto mai consigliera. Mi è capitato e mi capita tutt’ora di sbagliare completamente un titolo, riuscire a trovare la giusta formula non è mai facile e, lo dico fin da ora, lasciarsi trascinare da beghe etiche quali il rifiuto di fare del clickbaiting o cercare il titolone giornalistico è un handicap che non ci si può permettere.
Quando si ha l’intenzione di scrivere un articolo seo friendly, l’importante è rispettare la premessa che si pone nel titolo. L’obiettivo è far segnare un +1 ogni qualvolta un utente clicca sul nostro risultato. Si può essere anche ottimi SEO in grado di posizionare il contenuto ma se poi nelle SERP, a discapito del risultato raggiunto, l’utente clicca su un titolo più accattivante. La colpa non è del suo essere “boccalone”, ma nostra che abbiamo fatto il lavoro a metà. Certo, d’altra parte scrivere un titolo che non è minimamente orientato al posizionamento neanche è da discutere. Come fare allora?
Scrivere titoli SEO friendly in grado di attirare l’interesse di chi legge
Partiamo dalle considerazioni da fare per il posizionamento. Un titolo ottimizzato, infatti:
- Deve essere congruente alla domanda posta dall’utente (inserendo la query).
- Deve essere entro 55-60 caratteri onde evitare di venire “tagliato” da Google.
- Non deve essere duplicato rispetto ad altri contenuti del sito.
In realtà è tutto qui. Se l’utente cerca, ad esempio, dei nomi maschili per il proprio futuro nascituro, un buon titolo SEO includerà “nomi maschili per bambini” o “nomi maschili per neonati” come query. Utilizzare un tool SEO come SEMrush permette di identificare quali siano le migliori keyword per volumi da traffico da inserire. Uno degli errori più comuni è quello di creare poi N contenuti sul portale sempre sulla stessa query al fine di riuscire a posizionarvi. Non funziona così, non siamo al poligono di tiro dove possiamo permetterci di sparare a casaccio finché non ci si azzecca. Si rischia di andare in cannibalizzazione.
Riguardo il numero di caratteri, scrivere titoli SEO friendly significa rimanere entro 55-60 caratteri perché è il numero canonico a cui attenersi, sebbene Google faccia di tanto in tanto degli esperimenti allargandone la disponibilità. Opinione diffusa è quella di evitare di inserire il brand del sito (ad esempio utilizzando Yoast per automatizzarne la sintassi) nel titolo, seguendo lo schema Titolo | Brand, per non bruciare caratteri. Sebbene questo possa aumentare il tasso di sfida, in ottica di creare co-occorrenza con il marchio circa le query utilizzate, preferisco inserirlo sempre. Mi sembra invece fuorviante continuare a suggerire la pratica di inserire la parola chiave di riferimento all’inizio del titolo, come se questo potesse dare maggiore rilevanza allo stesso. Probabilmente era così anni fa ma Google da allora si è evoluto e i titoli del tipo “Natalità: i nomi maschili per bimbi” o “Nomi per bimbi: ecco i preferiti” non si possono proprio più leggere, magnetici come la mano non-appiccicosa delle patatine.
Titoli SEO-friendly: 5 idee per ispirarti
A proposito di titoli magnetici, se è opinione comune che solo il 20% degli utenti legge il contenuto e l’80% si ferma al titolo allora bisogna rendere quest’ultimo in grado di aumentare la curiosità al click. Tradizionalmente ci sono 5 tipi di headline o titoli che è possibile utilizzare:
- Numerici. “I 10 nomi maschili per bambini più utilizzati“
- Parlanti. “I migliori nomi maschili per bambini per il tuo nascituro“
- Di scopo/Come. “Come scegliere il migliore fra i nomi maschili per bambini“
- SEO puri/Normali. “Nomi maschili per bambini“
- Richiedenti/Domande.”Quale fra i nomi maschili per bambini scegliere?“
Li ho messi volutamente nell’ordine preferito per attirare il click. Insomma, da questo elenco si evince come i titoli numerici siano quelli che attirano di più il click, perché già indicano già la quantità di informazioni che si troveranno all’interno del titolo; seguiti dai titoli parlanti e dagli immancabili how to. In base all’argomento scelto magari “suona” meglio un titoli rispetto che un altro, ma di solito le indicazioni sono queste.
Emerge quindi chiaramente come un titolo SEO “puro” sia povero di creatività. Se anche dovesse essere corretto a livello tecnico, rischia poi di non essere utile al fine ultimo della nostra attività, ovvero attrarre il click dell’utente. Un buon titolo magnetico è già pregno di premesse in pochi caratteri ed è unico nel suo genere, distinguendosi dagli altri n-mila contenuti che sono già disponibili online sullo stesso argomento.
Riuscirci o meno è tutto a un click di distanza dal contenuto. Tu cosa ne pensi?