
Acquistare mi piace falsi su Facebook: quanto danneggia l’azienda?
- Indice dei contenuti
- La guerra al “celopiùlungodite” non è finita
- Pensate che acquistare Mi Piace fasulli sia produttivo? Cambiate strada!
- Pagare per il successo? Non mettete a rischio la vostra reputazione
- Basta sperperare denaro: investite in formazione
- Facebook non è una zona franca: tutto ciò che fate è sotto gli occhi di tutti
Il viagra delle aziende in cerca di popolarità. Ecco una definizione calzante per la smania di acquistare Like fasulli da parte di imprenditori interessati soltanto al semplice “fumo negli occhi” piuttosto che alla sostanza.
Massimo Chieruzzi, CEO di AdEspresso, è stato molto chiaro in merito alla questione, presentando un’analisi accurata e dimostrando quanto la quantità non sia indice di qualità.
Così, abbiamo voluto dare un’occhiata alla situazione per capire quante aziende che continuano a copiare i competitors e impennare misteriosamente nell’acquisizione di like ci siano.
Nonostante sia una pratica piuttosto sconsigliata, esistono ancora realtà che si fanno illudere da queste fantomatiche promesse di successo e popolarità, e che acquistano un numero esorbitante di “Mi Piace” per gonfiare la quantità di fan della propria pagina aziendale. Si tratta di pacchetti da pochi euro che sono creati al solo scopo di vendere, perché costituiti da utenti inattivi.
Se in anni di presenza su Facebook non siete riusciti a raggiungere un numero di like considerevole, dovreste iniziare a chiedervi cosa avete sbagliato. Molto probabilmente non è stato effettuato uno studio accurato degli insights della pagina, del target di riferimento da colpire così come i contenuti da veicolare per creare engagement.
Gli strumenti a disposizione di un team di social media marketing sono tantissimi: bisogna saperli usare.
La guerra al “celopiùlungodite” non è finita
Da marzo 2015, Facebook contrasta l’acquisto di finti fan, calibrando in maniera ancora più oculata ed attenta il proprio algoritmo. Tutti i comportamenti sospetti vengono contrastati e rimossi: ecco cosa ci assicura il buon vecchio Mark, anche da prima. Lo scandalo portato avanti dal giornalista della BBC, Rory Cellan-Jones, su VirtualBagel fu la prova concreta dell’esistenza delle Click Farm, vere e proprie fabbriche atte alla vendita di pacchetti di “Mi Piace”.
Da qui un altro esempio ancora: il gruppo di ricerca della McGill University pubblicò uno studio atto a dimostrare come creare finti like su Facebook senza l’utilizzo di pratiche spam e bot.
La dimostrazione dei bug presenti sulla piattaforma è stata riportata da Business Insider e, come in ogni polemica che si rispetti, ha avuto un seguito. In questo caso, però, non si parla di semplice acquisto, ma di pratiche fraudolente messe in atto dagli smanettoni per raggiungere un risultato che, di fatto, non è utile al business ed alla sua credibilità.
Ecco un video che riassume qualche trucchetto:
Le dichiarazioni di Facebook non tardarono e sono state estremamente decise:
“Siamo davvero motivati ad adottare misure dure contro coloro che dispensano “Mi piace” falsi perché le aziende e le persone che usano la nostra piattaforma sono interessate a connessioni e risultati reali. Le aziende non raggiungerebbero i risultati desiderati e potrebbero decidere di ridurre le loro iniziative su Facebook se le persone con cui si connettono non sono reali. È nostro interesse assicurarci che le interazioni siano autentiche, quindi abbiamo a disposizione diversi team che si occupano di individuare attività fraudolente e rimuoverle.”
Pensate che acquistare Mi Piace fasulli sia produttivo? Cambiate strada!
Avere come fan account fasulli non è di certo un attestato di stima. Non fareste altro che riempirvi la bocca di avere un seguito di followers che, in realtà, non vi porterebbero a nulla. Facebook continua a pullulare di Gruppi chiusi e Pagine dalle promesse sconcertanti. Basta cercare “vendo Mi Piace” nella tab di ricerca ed ecco qual è il quadro che vi si presenterà di fronte:
Più un Like è genuino più funziona!
Bisognerebbe comprendere questa semplice formula, perché le aziende la smettano di farsi abbindolare dalle offerte di vendita a pacchetto ed inizino a lavorare sodo sull’acquisizione di fan che abbiano una reale voglia di condividere ed essere coinvolti dal brand e dalle sue attività.
I social media non sono altro che un amplificatore di suono, una cassa di risonanza, uno strumento fondamentale per le aziende che vogliono comunicare oggi in un mondo sempre più interconnesso e con il costante bisogno di “essere apprezzati”. Il segreto è il coinvolgimento, non il numero di Mi Piace acquistati. Costruire una fan base di sostenitori del Brand significa coinvolgerli nella propria attività, non acquistarli in Bangladesh e sperare che acquistino i vostri prodotti.
Pagare per il successo? Non mettete a rischio la vostra reputazione
Per un’azienda la reputazione è tutto. Oggi la credibilità online si mischia in maniera imprescindibile con la riconoscibilità fisica, se un’azienda è valida lo è sia sul web che offline. È accanto al cliente sempre, con diversi strumenti di comunicazione, per fornire risposte pronte e soluzioni alle esigenze della clientela.
Perseguire una strategia fatta di obiettivi a breve termine per l’incremento del business non è assolutamente produttiva.
Mettiamo il caso paghiate una certa somma di denaro per ottenere un numero di Mi Piace più elevato, cos’altro avrete ottenuto? Impressions? Engagament? Non farete altro che creare un’arma a vostro discapito. Gli utenti crederanno che siete solo in grado di scegliere la via più semplice, il sotterfugio per raggiungere i risultati. Inoltre, non avrete dato nulla di più alla vostra presenza social, che oggi è fatta di condivisioni e conversazioni.
Se i vostri clienti non condividono le esperienze in cui interagiscono con l’azienda, se non commentano i vantaggi di utilizzo dei vostri prodotti e/o servizi, sarete caduti inesorabilmente nella trappola dei fake e non avrete raggiunto proprio un bel niente.
Basta sperperare denaro: investite in formazione
Se credete non si possano ottenere risultati soddisfacenti in termini di like ed engagement, probabilmente non avete una mente lungimirante e non siete in grado di comprendere quanto le grandi aziende stanno facendo nell’ambito del social media marketing.
Costituire un team ad hoc, investire sulla formazione dei propri dipendenti con corsi specialistici, acquisire le competenze necessarie per operare sui social media tenendo conto di piani editoriali specifici e strategie a lungo periodo: questo è ciò che deve fare un brand e un’azienda che vuole costituire la propria credibilità in rete e nel mondo social.
La fuffa non piace a nessuno. L’utente medio è ormai sveglio, ha intuito, e comprende molto facilmente i meccanismi di Facebook. Se avete una Pagina con 50.000 Fan, ma l’ultima foto che avete pubblicato ha registrato solo 5 Mi Piace, significa che c’è qualche piccolo problemino che state nascondendo.
Facebook non è una zona franca: tutto ciò che fate è sotto gli occhi di tutti
La reputazione di un’azienda non si misura con i Like
La testimonianza della propria affidabilità è data dal rispetto e dalla trasparenza nei confronti della propria clientela. Se dovessero scoprire che vi avvalete di mezzucci di poco conto per acquistare una fan base, credete realmente vi apprezzerebbero più?
Facebook vi fornisce una miniera di informazioni. Non è un mercato dove acquisire like, ma una piattaforma da cui trarre dati analitici sui vostri clienti che mai avrete immaginato di poter avere: età, sesso, interessi, interazioni.
I danni alla brand reputation possono essere incredibili, se finirete per farvi ingolosire dalle dinamiche da marchettaro.
Le social media metrics da considerare non si fermano all’acquisizione di Like, ma fanno uso di aggiornamenti di stato, notifiche di notizie, pratiche di rating e reccomendations, attività che diventano sempre più centrali nella gestione di fiducia e reputation online per un’azienda.
Non è sbagliato dire che dovete costruire valore per i vostri clienti.
Il rapporto con la marca si basa sul coinvolgimento, perché attorno al brand si costruiscono relazioni, gruppi di interesse, comunità, andando a creare nuovi significati e nuovi modi di interagire. Le possibilità offerte da Facebook, anche per gli inserzionisti pubblicitari, non vanno sottovalutate e di certo non possono essere svendute con quattro pacchetti acquistati in Bangladesh.
Pensateci bene prima di darvi in pasto a questi sciacalli!